Sunday, January 23, 2022

IT — LARRY ROMANOFF — Propaganda e Media (Parte 7) – Il fact-checking — January 21, 2022



Propaganda e Media (Parte 7) – Il fact-checking


Larry Romanoff, 21 gennaio 2022

Tradotto da Elvia Politi per Saker Italia


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Chi, nel nostro mondo di oggi, ha il disperato bisogno di essere “verificato”? I mass media, ovviamente. E chi, nel nostro mondo di oggi, possiede, finanzia e controlla l’intera infrastruttura del “fact-checking” ed effettua le verifiche?  I mass media, ovviamente. Quindi, i pazienti gestiscono il manicomio e le volpi sono a guardia del pollaio. Cosa potrebbe andare storto?

 

Per prima cosa, smettiamo di illuderci con la sciocca idea che il fact-checking che si fa oggi implichi realmente una qualche verifica dei fatti. Non è così. Lo scopo primario di questa industria non è cercare la verità, ma una forma infida di censura, un modo definitivo di stringere il laccio intorno al collo dell’informazione per evitare la fuga di verità sconvenienti e, se accade, per ucciderle alla nascita. Un potente scopo secondario del fact-checking è quello di seppellire la conoscenza dei crimini e delle atrocità della nostra la Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali (ICG) [International Cabal of Gangsters] e di proteggerle dalla pubblica censura. L’unico requisito per il successo è un pubblico credulone e disinformato.

 

Uno dei risultati più tragici della concentrazione dei media, della propaganda e della censura è che il fact-checking è stato quasi totalmente confiscato dai propagandisti. In un periodo in cui abbiamo un disperato bisogno di un’onesta verifica delle dichiarazioni dei media, i media stessi come Gannet PublishingReutersABC News si sono spostati in prima linea in questo mercato, verificando di fatto se stessi e, com’è prevedibile, decretando che non ci hanno mentito. Peggio ancora, i dipartimenti di verifica dei media funzionano anche come agenzie di intelligence, proclamando la loro castità mentre tentano di scovare e mettere a tacere le ultime fonti di opinione contraria e di verità. Ecco un esempio tratto dalla mia esperienza personale:

 

Molti dei miei primi articoli sul Covid-19 sono diventati virali e hanno avuto milioni di download, attirando immediatamente l’attenzione della Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali. Dopo questo, e in coincidenza con numerosi pezzi di successo sui media mainstream, ho ricevuto un’email da un gentiluomo della Gannett Publishing che si presentava come “un verificatore per USA Today”, con l’apparente intenzione di determinare la veridicità di alcune delle mie dichiarazioni. Dovrebbe essere ovvio che il “fact-checking” debba generare una richiesta del tipo “tu hai detto questo. Mi puoi gentilmente fornire la prova documentata della sua congruità?”. Con la Gannett, no, non è successo.

 

La richiesta non mostrava alcun interesse nell’ottenimento delle prove delle mie dichiarazioni, ma pretendeva di conoscere le mie fonti. Il punto era che sembrava che io conoscessi molte cose che non avrei dovuto conoscere, e loro non riuscivano a capire dove avessi preso le mie informazioni. L’uomo stava ovviamente “contattando” me, ma ciò che cercava erano le mie fonti delle informazioni. Non voleva altre prove a sostegno delle mie dichiarazioni, ma voleva sapere dove avevo ottenuto la prova che avevo già presentato, per l’esattezza “da dove hai preso la ricerca citata nei tuoi articoli?”. Voleva anche una lista con i nomi di altri “scrittori, funzionari e commentatori” che sapevano ciò che sapevo e che condividevano le mie opinioni. Questo non è fact-checking ma spionaggio allo scopo di identificare e mettere a tacere le fonti di dissenso.

 

L’industria del fact-checking non è stata creata per verificare le false affermazioni e il sostegno mediatico alle invasioni di Iraq e Libia o, adesso, all’immaginario “genocidio” nello Xinjiang in Cina, ma per mettere a tacere chi tenta di rivelare la verità. Il fact-checking non è stato pensato per analizzare il processo delle vaccinazioni (di ogni tipo) ma per mettere a tacere chi esprime i timori per i vaccini pericolosi o che rivela le contaminazioni in quei vaccini.

 

In quest’ultimo caso, i produttori di vaccino (o i loro pagati sostenitori) sono la fonte primaria dei “fatti” diffusi dai media e utilizzati da chi esegue il fact-checking per ridicolizzare e provare a cancellare le sincere preoccupazioni delle persone. Tutte e tre le parti ignorano fermamente il dato di fatto che il Governo USA ha pagato miliardi in risarcimenti per danni e decessi causati da vaccini pericolosi e contaminati (1). E non si menziona da nessuna parte che quasi 100 milioni di Americani sono stati infettati con un virus di una scimmia potenzialmente cancerogeno presente in un vaccino antipolio contaminato (2). E non si fa neanche cenno al rapporto del CDC [Agenzia per il controllo e la prevenzione delle malattie] secondo cui i bambini che si sottopongono alla serie completa di vaccini per l’infanzia possono essere potenzialmente esposti a più di 300 contaminanti. Capite il problema: gran parte della verità e delle prove alla base, seppur disponibile, viene sepolta dai media che sostengono la Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali, mentre la “fuga di notizie” viene gestita con altri strumenti.

 

Qui non c’è nulla che riguarda il fact-checking. Riguarda solo il controllo dell’informazione, che per metà implica l’identificare e mettere a tacere le opinioni contrarie. E’ in questa luce che va visto tutto il fact-checking.

 

Recentemente ho scritto un articolo estremamente documentato sulla tesi (ora ampiamente accettata, ne sono convinto) che la pandemia di Spagnola del 1918 non fosse influenza, ma fosse invece un’infezione batterica ormai provata, il tragico risultato di un esperimento sbagliato effettuato dal Rockfeller Medical Institute sul vaccino contro la meningite, infezione che è iniziata a Fort Riley negli Stati Uniti ed è stata diffusa in tutto il mondo non dai soldati ma dallo stesso Istituto Rockfeller (3). La Reuters ha subito effettuato un “fact-cecking” della tesi, e l’ha dichiarata falsa. La prova di Reuters? Inesistente, la loro affermazione bastava come prova inconfutabile (4). In più, alcune affermazioni della Reuters erano del tutto false. L’intenzione era di seppellire una verità politicamente pericolosa ed evitare che sfuggisse nella sfera pubblica.

 

In un altro caso, quando la preoccupazione delle persone stava rapidamente aumentando per la fuoriuscita di radiazioni dal reattore della centrale atomica giapponese di Fukushima, i media hanno immediatamente seppellito la storia e l’hanno sostituita con un turbinio di articoli su un singolo salmone del lago Osoyoos in Canada, trovato con un misurabile ma insignificante livello di radiazioni da Cesio. Il lago si trova a centinaia di chilometri nell’entroterra, e non si può prendere a riferimento per le radiazioni nell’Oceano Pacifico; eppure improvvisamente questa era l’unica notizia. Successivamente, Snopes ha obbedientemente “verificato” le radiazioni di Fukushima nel Pacifico, e ha utilizzato la storia di quest’unico ed estraneo salmone per dichiarare false le precedenti notizie sulle radiazioni di Fukushima (5). Di nuovo, non si tratta di verificare i fatti, ma di seppellire la verità.

 

Questo è quasi un inciso: con il lago Osoyoos che contiene potenzialmente milioni di salmoni, quante sono le probabilità che solo un salmone sia contaminato e che possa finire nella mia rete? In realtà, però, la storia è nata sui social media, e non riesco a trovare alcuna prova affidabile dell’esistenza di quest’unico pesce radioattivo. Le poche persone che hanno riportato la notizia facevano tutte riferimento le une alle altre o a Snopes, il che quasi certamente significa che una storia pianificata e inventata è stata utilizzata per fuorviare il pubblico sui reali pericoli di Fukushima.

Ben fatto, ho pensato.

 

Un altro schema intelligente è prendere un titolo provocatorio e impreciso da un tabloid, attribuirlo alla persona in questione, poi fare il “fact-checking” dell’affermazione, dichiararla falsa e utilizzarla per diffamare l’autore, il quale non ha mai scritto nulla del genere.

 

Chi si occupa di fact-checking non solo vuole seppellire la verità, ma seppellire chi la rivela. Un altro esempio dalla mia esperienza personale: il mio articolo, pesantemente documentato, sul programma di vaccinazione dell’OMS, che ha sterilizzato circa 150 milioni di donne a loro insaputa e senza il loro consenso (6), stava ottenendo una considerevole attenzione in tutto il mondo, in particolare della Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali, che ha chiamato chi si occupa di fact-checking, in questo caso il Poynter Institute. Tra poco darò maggiori dettagli. Il Poynter ha creato una pagina web solo per me, e questo è quello che ci hanno scritto:

 

“FALSO: Le dichiarazioni di Larry Romanoff sul fatto che l’OMS abbia preso parte alla creazione di vari virus nei laboratori. L’organizzazione ha diffuso nel mondo il nuovo coronavirus, in modo che le aziende farmaceutiche possano fare soldi sviluppano i vaccini, che, a loro volta, ridurranno la popolazione mondiale” (7).

 

La parte “falsa” è che io non ho mai scritto cose del genere. Io non ho mai affermato che l’OMS “abbia creato dei virus” né ho mai menzionato l’OMS in alcun contesto relativo al Covid-19. La loro dichiarazione, oltre ad essere diffamatoria, è falsa nella sua interezza. Ma la parte sorprendente viene dopo. Il Poynter non si è fermato qui. Hanno trovato un articolo su un sito di notizie georgiano che riportava un breve riferimento al mio scritto ma che non conteneva alcun riferimento all’OMS, o ad altre affermazioni di cui sopra. Hanno quindi copiato questa pagina web, l’hanno modificata, hanno postato la versione copiata e modificata su uno dei loro siti, fornendo il link alla versione fraudolenta (presentandola come l’originale) come “prova” delle mie dichiarazioni rese false.

 

Prima di tutto, qui trovate il link alla pagina della notizia originale (8). E’ scritto in georgiano, quindi non sarete in grado di leggerlo e molti traduttori non riescono a gestire il georgiano, il che significa che nessuno saprà che cosa dice realmente la pagina. Il sito è ge.news-front/info. Poi, questo è il link della falsa pagina web di Poynter (9). Vi potete accedere cliccando sul pulsante “leggi tutto l’articolo (fack-checking Georgia)” sul suddetto sito di Poynter (7). Questo sito, controllato da Poynter, è https://factcheck.ge/ka. Anch’esso è in georgiano, quindi non sarete in grado di capire neanche questo.

 

Se questo non è chiaro, Poynter ha tentato di confondere i lettori fondendo il mio articolo sui programmi di vaccinazione “anti-fertilità” dell’OMS con i miei altri articoli (non correlati) sul Covid-19, quindi ha inventato la dichiarazione secondo cui avevo accusato l’OMS di aver creato il virus del Covid-19 per far fare profitti alle aziende farmaceutiche mentre sterilizzava il mondo. Mancando la prova, hanno copiato la pagina web scritta in una lingua che quasi nessuno può leggere, e che quasi nessun traduttore automatico può gestire, l’hanno modificata e l’hanno pubblicata sul loro sito, presentandola come l’originale e sostenendo che conteneva la “prova” delle mie “false” dichiarazioni contro l’OMS. In America questo è noto come “fact-checking”.

 

L’industria del fact-checking

 

L’industria del fact-checking è iniziata con dissimulata innocenza e buone intenzioni, con siti come Snopes che inizialmente passavano il loro tempo a smascherare le leggende urbane e confutando le dichiarazioni su Elvis che era stato visto in un centro commerciale. Di fatto, però, queste creazioni si nascondevano tra i cespugli in attesa del momento giusto per attaccare.

 

Oggi il fact-checking è un’enorme industria mondiale concepita e creata decenni fa come potente strumento di censura, controllata da un incestuoso gruppo compatto e pesantemente finanziata con un’infinità di milioni di dollari, principalmente da George Soros, dalla Fondazione Gates, da varie aziende media e simili. Questa industria non è stata creata per verificare le false affermazioni e il sostegno dei media ai crimini della Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali, ma per mettere a tacere coloro che tentano di rivelare la verità.

 

Il cosiddetto Poynter Institute, che avete conosciuto prima, è oggi sulla prima linea di questa industria, con finanziamenti provenienti dalle suddette fonti. Poynter ha creato e controlla il cosiddetto imparziale Network Internazionale di Fact-checking (IFCN) “che definisce gli standard per chi svolge il fact-checking”, spingendo praticamente tutti gli attori in questo “network” o nel dimenticatoio, così come abbiamo visto accadere ai browser e ai motori di ricerca. Attraverso queste macchinazioni, Poynter ha attestato se stesso come poliziotto del flusso delle notizie mondiali. E’ ampiamente noto, ma Facebook e altri siti non fanno in realtà alcun loro controllo, bensì utilizzano questa fonte per controllare automaticamente i propri contenuti.

 

Poynter è anche più pericoloso di quanto si potrebbe pensare, perché ha creato per se stesso una posizione di “istituto giornalistico responsabile della formazione degli scrittori e dei giornalisti”, dato che migliaia di giovani passano attraverso questa “istituzione”, corrotti molto probabilmente per sempre dalla loro formazione. E i tentativi di Poynter nel promuovere il controllo totale dei media della Congrega cabalistica internazionale di Criminali non sono immaginari:

 

Poynter ha recentemente pubblicato una lista di 515 siti di notizie che ha giudicato “inattendibili” (10), una lista compilata con un database di “fake news” a cura principalmente dell’Annenberg Public Policy Center della University of Southern California, della Merrimack University, di PolitiFact e di Snopes. Non solo hanno maledetto questi siti come fonti di disinformazione, ma nel loro articolo originale chiedevano agli inserzionisti di mettere in lista nera tutti questi siti. Nell’ultima versione, un dirigente di Poynter, Barret Golding, dichiara: “Le fake news sono un business. Gran parte di questo business è sostenuta dalla pubblicità. Oltre a giornalisti, ricercatori e consumatori di notizie, noi speriamo che l’indice sarà utile per gli inserzionisti che non vogliono finanziare la disinformazione”.

 

Hanno esagerato. Il contraccolpo è stato così estremo che Poynter ha dovuto ritirare la lista e scusarsi pubblicamente per la sua “debolezza metodologica”. A causare la ritrattazione non è stato l’imbarazzo per un fallimento etico, ma sono state le molteplici minacce di gravi azioni legali. Ma l’editore di Poynter, Barbara Allen, ha scritto: “Siamo dispiaciuti di aver fallito nel garantire che i dati fossero rigorosi prima della pubblicazione, e ci scusiamo per la confusione e l’agitazione creata dalla loro pubblicazione”. Ma poi (per far ridere i lettori) ha dichiarato: “Ci impegniamo a continuare a mantenere degli standard al massimo livello”. Una persona ha scritto su Twitter: “Dei cani da guardia aggressivi si pongono come cani da guardia”. Corretto sotto ogni punto di vista.

 

Per quanto mi è dato sapere, chi si occupa di fact-checking fa parte di questo network mondiale. Alcuni sono sponsorizzati e gestiti dai dipartimenti mediatici di varie università, ma quei dipartimenti ricevono fondi dalle stesse fonti e quindi sono soggetti (e sotto il controllo) delle stesse persone.

 

Queste “stesse persone” sono coloro che già possiedono e/o controllano l’intero panorama dei media, inclusi i giornali, le riviste, tutte le TV e gran parte delle reti radio, gli editori, i distributori di libri come Amazon e Indigo, gli studi di Hollywood che controllano praticamente tutti i film e gran parte dei programmi TV. Gestiscono anche la stessa morsa nel panorama dei social media, così come le entità correlate come Google e Wikipedia.

 

Come ho indicato in altri articoli di questa serie, è fondamentale capire che non è Poynter o Reuters o Gannett che controllano l’industria del fact-checking. Queste dichiarazioni eludono il punto fondamentale: sono individui, persone reali con nomi e cognomi, che esercitano questo controllo e che stanno lavorando in concerto con tutte le altre persone dei media come luogotenenti della Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali, tutti che condividono gli stessi “valori” e tutti che seguono la stessa “agenda”. Una parte importante di questa agenda è il controllo totale dell’informazione, dove la parte del fact-checking è semplicemente una sorta di dettaglio di pulizia per spazzare ed eliminare le briciole di verità che riescono a sfuggire da questa rete di controllo dell’informazione. E questa rete è quasi completa: negli Stati Uniti il livello di controllo e di censura dell’informazione si sta avvicinando in maniera allarmante al 100%, eppure sembra che pochi l’abbiano notato. La stessa cosa è vera per Canada, Regno Unito, Germania, Giappone, Australia, ed è in aumento in altre nazioni occidentali.

 

Di nuovo: oggi i mass media ci mentono in tutto o in parte su quasi tutto ciò che ha reali conseguenze nel mondo, leggendo lo stesso copione della Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali e promuovendone l’agenda.  Wikipedia, con l’enorme promozione che le fa Google, è il maggior sito di disinformazione che è quasi una morsa sull’informazione popolare, fortemente influenzata e modificata da queste stesse persone, ed è di conseguenza inaffidabile su gran parte degli argomenti. Google è sorprendentemente selettivo sulle informazioni che permette arrivino al pubblico. Facebook e Twitter prendono gli ordini di marcia dalle stesse fonti, ed esercitano un embargo quasi totale su ogni comunicazione o post personale che contraddica la narrazione ufficiale approvata dalla Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali. Ieri, con il Covid-19, sono state bloccate le fonti di laboratorio, con i social media quasi aggressivi nella loro censura sui materiali di opinione contraria; oggi, vengono bloccate le fonti naturali del virus, con Facebook e Twitter che hanno compiuto una virata di 180° e oggi bannano come “disinformazione” le cose opposte a quelle che bannavano ieri.

 

Gli editori decidono il contenuto di tutto il materiale stampato che raggiunge il pubblico, soprattutto quello educativo a partire dall’asilo fino al livello universitario. Se il contenuto non è adeguato all’“agenda”, il libro quasi sicuramente non vedrà la luce del sole e, se è abbastanza fortunato da sfuggire alla rete, Amazon e Indigo lo metteranno come “esaurito”, o semplicemente lo rimuoveranno dalla lista. L’intera industria del fact-checking sta marciando precisamente al suono della stessa musica suonata dalla stessa orchestra. E’ già così vero che quando un qualsiasi media importante dichiara che qualcosa è stato sottoposto a fact-checking, dovete cancellare questa informazione dalla vostra coscienza perché è quasi certamente falsa.

 

Mi ripeto, ma è vitale capire che tutto questo scaturisce dalla stessa singola fonte, un gruppo di poche centinaia di persone concentrate per lo più in Europa, che sono straordinariamente ricche e che decidono e definiscono l’agenda. Di nuovo, sono persone reali con nome e cognome. La decisione di controllare tutta l’informazione mondiale, attraverso la distribuzione e la censura, ha origine da qui. E’ di fondamentale importanza unire tutti questi puntini per arrivare alla stessa fonte centrale.

 

*

Gli scritti di Larry Romanoff [in inglese] sono stati tradotti in più di 32 lingue e i suoi articoli sono stati pubblicati su oltre 150 siti web di informazione e politica in lingua straniera di più di 30 paesi, oltre a più di 100 piattaforme in lingua inglese. Larry Romanoff è stato un consulente aziendale e uomo d’affari. Ha ricoperto posizioni dirigenziali di alto livello in aziende internazionali di consulenza e ha gestito un’attività di import-export internazionale. È stato professore ospite presso l’Università Fudan di Shanghai, in cui ha presentato dei casi di studio in Affari Internazionali a classi di EMBA di livello superiore. Romanoff vive a Shanghai e attualmente sta scrivendo una serie di dieci libri per lo più legati alla Cina e all’Occidente. E’ uno degli autori della nuova antologia di Cynthia McKinney “When China sneezes” [in inglese, “Quando la Cina starnutisce”], capitolo 2 Dealing with Demons [in inglese, “Affrontare i demoni”].

Il suo archivio completo può essere consultato su

https://www.moonofshanghai.com/

http://www.bluemoonofshanghai.com/

Può essere contattato alla mailbox 2186604556@qq.com

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Note [tutti i link sono inglese]

(1) https://prepareforchange.net/2019/05/28/gates-foundation-funded-fact-checker-politifact-censors-greenmedinfo

(2) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10472327/

(3) The 1918 Rockefeller-US Army Worldwide Pandemic http://www.bluemoonofshanghai.com/politics/1319/

(4) https://www.reuters.com/article/uk-factcheck-vaccines-caused-1918-influe-idUSKBN21J6X2

(5) https://www.snopes.com/fact-check/radioactive-salmon-fukushima/

(6) https://www.moonofshanghai.com/2020/05/a-cautionary-tale-about-who.html

(7) https://www.poynter.org/?ifcn_misinformation=larry-romanoffs-statements-claiming-who-has-taken-part-in-creating-various-viruses-in-the-laboratories-the-organization-has-spread-the-new-coronavirus-in-the-world-so-that-the-pharmaceutica

(8) https://ge.news-front.info/2020/03/18/koronavirusi-chinethshi-ar-tsarmoishva-gamarjoba-lugaris-laboratoriav/?fbclid=IwAR1k_m_yLV_s78yjPSI6UsEm_hl0RO7U_cnGzoH2S3fFpRdVeP_6N3rFxeQ

(9) https://factcheck.ge/ka/story/38702

(10) https://thehill.com/homenews/media/441959-poynter-pulls-blacklist-of-unreliable-news-websites-after-backlash

 

Copyright © Larry RomanoffMoon of ShanghaiBlue Moon of Shanghai, 2022

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Articolo di Larry Romanoff pubblicato su The Saker il 27 giugno 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per 
Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]

 

 


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What part will your country play in World War III?

By Larry Romanoff, May 27, 2021

The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

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